26 MARZO – “Violoncello protagonista: “Aspettando la giornata FAI…”

Direttore: RICARDO CASERO
Violoncello: CLAUDIO BOHÓRQUEZ

Sabato 26 Marzo 2022 – ore 17.00
Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo

Violoncello: CLAUDIO BOHÓRQUEZ
Direttore: RICARDO CASERO

Programma:

Andreas Gies 
Ouverture

Robert Schumann
Concerto per Violoncello e Orchestra
in la min op. 129

Louis Spohr
Sinfonia n. 2 in re min op 49

NOTE ILLUSTRATIVE

Primo brano in programma è l’Ouverture di Andreas Gies, il quale, oltre che alla composizione, si dedica alla direzione ed è anche un affermato flautista e baritono. Non si tratta di un’introduzione ad un’opera, bensì di una composizione a sé stante, articolata in diverse sezioni, in cui si alternano passaggi in cui emergono singoli strumenti (all’inizio il flauto, poi i violini, il clarinetto e via via altri strumenti) ad altri di tessitura più compatta, con effetti piuttosto evocativi. La prima esecuzione risale al 2015, diretta dal compositore stesso presso il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia.

Nel 1850 Robert Schumann ottiene l’incarico di direttore dei concerti della società corale di Düsseldorf. È un periodo di intensa attività, sia come direttore, sia come compositore. Schumann scrisse in quell’anno il Concerto per violoncello e orchestra in La minore in una settimana circa, salvo poi apporre alcune modifiche negli anni successivi, in preda a dubbi e ripensamenti. Dopo le esecuzioni a Düsseldorf, il Concerto fu pubblicato solo nel 1854 ed eseguito postumo nel 1860 per i cinquant’anni dalla nascita del musicista prematuramente scomparso. Il Concerto per violoncello è un’opera per certi versi assai singolare: non solo i tre movimenti si succedono senza soluzione di continuità (come nei concerti in Sol minore e Re minore di Mendelssohn e come nella quarta Sinfonia dello stesso Schumann), ma anche il rapporto tra solista e orchestra appare assai peculiare. Schumann stesso in partitura scrive “Begleitung des Orchesters” (accompagnamento dell’orchestra), dunque non si instaura una dialettica tra i due elementi, come nei concerti classici. Eppure l’orchestra è trattata con la massima cura, anzi, secondo alcuni critici, è proprio nei concerti solisti che Schumann ottiene i risultati migliori nella strumentazione. Il Concerto per violoncello è rappresentativo dello stile “maturo” di Schumann, in cui il romanticismo appassionato si vela di una profonda e trasognata malinconia.

Louis Ludwig Spohr fu uno dei più celebri musicisti della prima metà dell’ottocento. Affermatosi anche come violinista, fu tra i primi ad utilizzare la bacchetta per dirigere l’orchestra, invece di suonare il cembalo. Si dedicò a tutti i generi musicali, dall’opera all’oratorio, dai concerti solisti alla musica da camera. Scrisse dieci sinfonie che furono spesso eseguite in concerto, insieme a quelle di Haydn, Beethoven e Mozart, salvo cadere nell’oblio verso la fine del XIX secolo. Esse rappresentano il trapasso dallo stile classico viennese a quello romantico. La Sinfonia n. 2 in Re minore op. 49 rappresenta un’evoluzione stilistica in direzione di una maggiore emancipazione dai modelli di Haydn. Il primo movimento si apre senza l’introduzione lenta, spesso utilizzata dal maestro di Rohrau. Il primo tema, inoltre, ha un carattere malinconico, di impronta romantica. Il Larghetto è tripartito: le sezioni estreme si basano su una melodia innocente e calma, mentre la parte centrale, in sol minore, introdotta dalle trombe, ha un carattere drammatico. Anche lo Scherzo, con le sue sonorità trattenute, appare inquieto e solo il Trio è apertamente lieto e solare. Il Finale è forse il movimento che più ricorda l’umorismo di certe sinfonie di Haydn.

Riccardo Crespi