28/29 LUGLIO 2021 – “Le Favolose Musiche Sudamericane”

Direttore: MIGUEL RODRIGO TAMARIT

PROGRAMMA 

1)Jarabe Tapatio
Autore sconosciuto

2) Alma Llanera
Gutierrez, Bolivar

3) Almendra
Valdes

4) Condor Pasa
Robles

5) El dia que me Quieras
Gardel, Lepera

6) Boda de Luis Alonso
Gimenez

7) la Leyenda del beso
Soutullo, Vert

8) Jota Aragonese
Camille Saint Saens

NOTE ILLUSTRATIVE

Con la loro immediatezza, la carica ritmica, il colorismo strumentale, le musiche sudamericane rivelano la loro matrice popolare, ma la loro origine è complessa, stratificata, ibrida e riflette la realtà sociale composita dell’America latina. Le musiche mesoamericane e sudamericane nascono dalla fusione di elementi colti e popolari europei, creoli, meticci, su una base indigena preesistente molto antica. Esistono differenze anche marcate tra i diversi Paesi, ma alcuni elementi sono comuni. Alcuni derivano dalla tradizione spagnola e portoghese: melodie e armonie tonali, simmetrie melodiche e strutturali, ritmi regolari. Altri sono il risultato del crogiolo di tradizioni. Tratto comune a molta musica popolare sudamericana è la combinazione di canto e danza: merengue (Repubblica Dominicana), joropo (Venezuela), cueca (Bolivia, Cile), tango canciòn (Argentina, Uruguay), samba (Brasile). Spagnola è la zarzuela, sorta di operetta in cui si alternano parti recitate e musicate, un genere che si diffuse largamente nei paesi colonizzati. I brani in programma toccano diversi Stati dell’America latina.

“Jarabe Tapatio”, nota anche come “danza del cappello” è una danza messicana di corteggiamento. Un uomo corteggia una donna che inizialmente lo respinge, ma poi inizia un gioco di accettazione e ritrosia. L’uomo è vestito con costumi tradizionali messicani (Charro) e la donna altrettanto (con la “chinita”, o “cinesina”, probabilmente perché fu ideata da una schiava cinese). Per le autorità coloniali spagnole la danza era eccessivamente allusiva e pertanto fu vietata. Questo, però, non fece che aumentarne il carattere nazionalista, così lo “jarabe”si diffuse ancor più dopo che il Messico ottenne nel 1821 l’indipendenza dalla Spagna.

“Alma Llanera” fa parte di una zarzuela venezuelana composta nel 1914 da Pedro Elias Gutierrez (1870-1954) su testo di Rafael Bolivar Coronado (1884-1924). È uno “joropo” ed è una sorta di inno non ufficiale del Venezuela (un po’ come il “Va pensiero” per gli italiani.

Un esempio particolare di combinazione danza – canzone è “Almendra” (1938), un “danzòn” cubano di Abelardito Valdés (1911-1958), compositore che trasformò il danzòn tradizionale, che fondeva elementi europei e africani.

Con “El Cóndor pasa” ci si trasferisce in Perù. Appartiene ad una zarzuela del 1913 del peruviano Daniel Alomìa Robles (1871-1942), su testo di Julio de la Paz. La melodia andina è diventata famosa anche in Europa grazie alla reinterpretazione di Simon & Garfunkel, con testo in inglese. Altra versione famosa è quella degli Inti Illimani.

“El dia que me quieras” è un tango pubblicato da Carlos Gardel, uno dei maggiori compositori argentini del XX secolo.

I successivi due brani sono tratti da zarzuele spagnole: la “Boda de Luis Alonso”, scritta da Gerónimo Giménez Bellido (1854-1923) e “La leyenda del beso” di Reveriano Soutullo (1880-1932).

I ritmi e le melodie spagnole esercitarono un grande fascino nell’ottocento, specialmente sui musicisti francesi, basti pensare alla “Carmen” di Georges Bizet. In questo contesto si colloca la frizzante “Jota aragonese” op. 64 di Camille Saint-Saëns (1835-1921), che utilizzò una melodia popolare già presente nell’Ouverture spagnola di Michail Glinka.


A cura di
Riccardo Crespi

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