19 FEBBRAIO – “Il Concerto e la Sinfonia: due forme a confronto”

Direttore: GIANCARLO DE LORENZO
Violino: KSENIA MILAS

Violino: KSENIA MILAS
Direttore: GIANCARLO DE LORENZO

Programma:

WOLFGANG AMADEUS MOZART
CONCERTO N. 3 in Sol Maggiore K. 216
per Violino e Orchestra

WOLFGANG AMADEUS MOZART
SINFONIA N. 36 in Do Maggiore K. 425
(Linz)

NOTE ILLUSTRATIVE

Se si escludono opere spurie, i cinque concerti per violino di Wolfgang Amadeus Mozart furono tutti scritti tra l’aprile e il dicembre del 1775, quando era al servizio dell’arcivescovo Hieronymus von Colloredo (1732-1812). Non si conosce la circostanza della composizione, ma è probabile che i concerti fossero destinati alla corte salisburghese e che lo stesso Mozart si esibisse come violinista. Il fatto che i cinque concerti abbiano pressappoco lo stesso organico orchestrale (due oboi, due corni, archi, con in più i flauti solo nel terzo concerto) è un ulteriore indizio che fossero destinati alla medesima compagine. In generale i concerti risentono dello stile italiano che Mozart aveva assorbito nel suo recente viaggio in Italia: Tartini, Pugnani, Borghi, Nardini, ma anche Boccherini sono gli autori che direttamente o indirettamente aveva ascoltato. Esiste, però, una distinzione piuttosto netta tra i primi due concerti per violino e i successivi. Il Concerto K. 216 in Sol Maggiore, datato 12 settembre 1785, infatti, indica una svolta decisa verso un’emancipazione dagli schemi formali del passato. I primi due concerti appaiono legati alla forma barocca del concerto solista, basata essenzialmente sulla giustapposizioni di sezioni orchestrali e sezioni solite, mentre a partire dal terzo concerto Mozart fa dialogare il violino con l’orchestra. Nel Concerto K. 216 “Mozart raggiunge, per la prima volta, un equilibrio perfetto tra il brio strumentale, richiesto da un concerto, e la contenuta espressività della musica. Lo strumento solista è messo nel giusto rilievo senza concedere troppo al virtuosisimo. I passi di bravura non vanno mai a discapito delle idee musicali” (C. Toscani). Nel Rondeau si avverte maggiormente l’influsso francese e ci sono sezioni di gusto popolaresco.

Nel 1783 Mozart, diretto a Vienna, si trovava di passaggio nella città di Linz. Un amico di famiglia, il conte Joseph Anton Thun, lo incarica di organizzare un’Accademia, ovvero un concerto. In gran fretta Mozart compone la Sinfonia K. 425 che così divenne la Sinfonia “di Linz”. Malgrado il poco tempo a disposizione, Mozart realizza un’opera di impianto grandioso. Per la prima volta scrive un’ampia introduzione, dal carattere teatrale che strizza l’occhio all’ouverture di gusto francese. Tutta la composizione è caratterizzata da una scrittura densamente sinfonica (sono presenti trombe e timpani persino nel secondo movimento, che tradizionalmente era affidato a pochi strumenti) e da procedimenti armonici complessi che si smarcano dalle convenzioni del sinfonismo viennese di fine settecento.

Riccardo Crespi